Tutti sappiamo che la conversazione è parte fondamentale del servizio di un salone Hair & Beauty. Parlare con il nostro cliente non è solamente un modo per intrattenerlo, ma è una fonte inesauribile di informazioni per la tua attività.
Chiacchierare con la signora che segue le tendenze, così come con la ragazza desiderosa di sperimentare qualcosa di nuovo, serve proprio a focalizzarci sulla persona ed essere così sicuri di riuscire a soddisfare le esigenze e i gusti particolari.
Alcuni parrucchieri, specialmente coloro che non colgono in pieno questa potenzialità di comunicazione con la loro clientela, rimangono spesso silenziosi mentre tagliano o pettinano. Impegnati più a modellare la propria creatura estetica che a cogliere gli umori della persona seduta di fronte a sé. In certi casi, è anche una modalità per venire incontro alla cliente che magari quel giorno ha poca voglia di parlare del più e del meno o vuole evitare la conversazione su argomenti che reputa imbarazzanti.
Immagino che qualcuno, alla ricerca di alibi preziosi, farà riferimento alla nuova tendenza ideata da un parrucchiere di Tokyo durante la pandemia: ovvero quella del cosiddetto”Silent Cut“. In Giappone – dove la popolazione è storicamente attenta alle regole – l’hanno adottata per prevenire la diffusione del virus attraverso le goccioline mentre si parla. In realtà tutto nasce dalla richiesta del governo giapponese di una politica di “nessuna conversazione” o “poca conversazione” nelle scuole, nei negozi e nei supermercati.
La conversazione è parte del servizio
Ora che fortunatamente i rischi del coronavirus sembrano ridotti e contenuti – al netto dell’utilizzo volontario delle mascherine nei saloni – ci rendiamo tutti conto di quanto “la politica del silenzio”, specie nei paesi latini come il nostro, sia realmente incompatibile con attività come i saloni di parrucchiere e i barbieri, dove – come dicevo all’inizio – la conversazione è fondamentalmente parte del servizio.
Chi non si forma, si ferma.
Inutile fare nostre le tendenze di popoli lontani dal nostro temperamento. Non siamo di certo come i giapponesi che – secondo un recente sondaggio – in larga maggioranza (il 70% degli intervistati) preferisce l’esperienza silenziosa, con la spiegazione più comune che lo trovavano più rilassante.
Rifletti dunque su questo: se talvolta intuisci che la tua cliente preferisce riposare in silenzio invece di ascoltarti, è probabile che stia pensando: «Perché spendere le poche energie rimaste per ascoltare informazioni indesiderate e fare chiacchiere inutili? Meglio tacere». Non sarà allora il caso di iniziare a considerare la parte “comunicazione” come un elemento prioritario dell’esperienza da offrire al tuo pubblico?

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Tre consigli flash
- Non imporre il tema della conversazione ma resta in ascolto attivo: le persone raccontano di sé moltissimo, basta saper leggere tra le righe.
- Cogli le esigenze nascoste, i desideri della tua cliente, anche quando ne parla indirettamente, spesso facendo riferimenti ad altre persone (famose o meno) che hanno esibito un nuovo look o sperimentato un taglio particolare.
- Non imporre una scelta, ma piuttosto fai immaginare alla cliente come potrebbe “entrare” in quel personaggio che lei ha tratteggiato. Crea delle immagini, delle situazioni positive dove lei possa vedersi e rispecchiarsi.
E non mancare – consiglio sempre attivo – di ritenere la tua formazione, specie sui temi della comunicazione, come parte fondamentale del tuo aggiornamento professionale. Chi non si forma, si ferma. Sembra un gioco di parole, ma dietro c’è parecchia verità.
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