L’itinerario cosmopolita di un professionista attraverso l’arte dell’hair styling. Dall’apprendistato parigino al salone d’elite a Roma.
Mimmo Laserra, nato nel 1983 a Bari, ha mostrato sin da giovane passione e talento per l’arte del coiffeur. Uno dei suoi primi tuffi nel mondo professionale si è svolto a Firenze, ma l’esperienza che ha segnato profondamente Laserra è stata quella parigina. Poi il suo percorso professionale lo ha portato in giro per il mondo, da New York a Milano, da Madrid a Mosca, passando per Buenos Aires e Rio De Janeiro. Ogni città ha contribuito a plasmare la sua visione artistica e a rafforzare le sue capacità. Tuttavia, è Roma che ha catturato il suo cuore, diventando il luogo in cui ha scelto di dedicarsi al pubblico più esigente e alla moda. Che si tratti di lavorare su un set fotografico o di curare l’acconciatura dietro le quinte di una campagna pubblicitaria, Laserra ha sempre impresso il suo segno distintivo, ispirato dal motto ≪Passione e sicurezza≫. Questa dedizione e visione della sua arte lo hanno consolidato come uno dei giovani talenti più promettenti nel mondo dell’hair styling internazionale.
Perché ha scelto Parigi?
Sono sempre stato affascinato dall’eleganza dei francesi, dal modo in cui trasformavano una donna con i loro tagli e con il colore. Quella esperienza è stata fondamentale per me.
Poi è tornato in Italia, a Firenze. Come mai?
Firenze è il cuore dell’arte italiana. Ma non mi sono fermato lì: ho continuato la mia formazione e la mia sperimentazione e sono approdato a Roma, avvicinandomi al mondo delle celebrità. Il passaparola ha fatto il resto.
Ci racconta della sua esperienza a New York?
New York mi ha cambiato. Mi ha dato una mentalità aperta e più organizzativa dal punto di vista lavorativo. È stato da lì che una produzione americana mi ha mandato Ben Stiller per “Zoolander 2”. Un’esperienza fantastica!
Ora ha il suo salone. Come riesce a gestire lavoro e vita privata?
Il mio primo salone era più piccolo, molto esclusivo. Volevo dedicarmi io da solo al lavoro ma la crescita è stata inevitabile, specialmente quando ho iniziato a fare hair show. Ora gestisco 15 dipendenti e ho un salone di 300 metri quadri in un palazzo d’epoca nel cuore di Roma. Essendo la mia una forte passione, non percepisco il lavoro come una fatica. Sono felicemente sposato ed è proprio attraverso la mia soddisfazione personale che nutro i legami esterni al lavoro, in primis quello con mia moglie. Infatti quando devo ricaricarmi sto in famiglia.
Quali sono le sfide principali per gestire un salone così grande e come le affronta?
L’importante per gestire al meglio il lavoro è l’educazione del team. Credo nel lavoro di squadra, e spesso porto i miei dipendenti a praticare team building e sport per cementare il nostro legame.
Qual è il suo segreto nella selezione dei dipendenti?
Guardo innanzitutto alla persona. Le aspirazioni, la vision, il desiderio di crescere. Voglio una squadra fatta da persone che abbiano veramente una forte passione per questo lavoro. La crescita personale e la formazione continua è poi fondamentale. Ad esempio questo mese manderò uno dei miei collaboratori a Berlino per fare ricerca e portarmi poi spunti di creatività.
Come gestisce eventuali critiche o recensioni negative?
Considero ogni critica come un’opportunità di crescita. Con l’esperienza ho costruito una strategia per gestire qualsiasi problema. Lavorare con i vip, ad esempio, richiede una particolare attenzione alla comunicazione.
Quali sono i suoi progetti futuri?
Sto ancora definendo alcuni dettagli, ho un grosso progetto in vista ma ancora non posso rivelare di cosa si tratta.
Un consiglio per chi sta iniziando nel mondo dei capelli?
Bisogna fare gavetta per poi diventare qualcuno. La conoscenza di sé è fondamentale. Bisogna mettersi alla prova e capire veramente cosa si vuole da questo lavoro.