Scopriamo il percorso di una parrucchiera milanese, attraverso questa intervista che rivela le sfide, le strategie e l’ispirazione che hanno guidato il suo posizionamento nell’hairstyling.
Dietro ogni capello splendente c’è una parrucchiera che lavora con passione e creatività. Mayra Cassano incarna quest’arte da oltre 20 anni e ci rivela come, nel tempo, sia riuscita a spingersi oltre i limiti per creare un’esperienza unica per ogni cliente.
Come è nato il brand “Merci a Vous”?
È nato circa 6-7 anni fa, quando mi sono staccata dalla realtà precedente, percorso che era iniziato quando avevo solo 16 anni. Quando me ne sono andata, ho deciso di ringraziare. Ringraziare perché per me la gratitudine è la più grande delle virtù che noi esseri umani possiamo avere: ho quindi avviato questo nuovo mondo – che poi ho costruito insieme a tutti i ragazzi che lavorano qui con me – ringraziando. Quindi «Merci à Vous», cioè «grazie a voi» in francese. “Voi” come i miei maestri, i ragazzi che hanno lavorato con me in tutti gli anni precedenti, i clienti che mi seguono da tantissimi anni. Un ringraziamento da far risuonare ogni qualvolta quel telefono squilla, perché è importante. A me piace l’idea che quando le ragazze della reception accolgono le clienti, anche solo telefonicamente, dicano «Merci a Vous», «grazie» e «buongiorno», tutto qui.
Punti di forza del vostro salone?
In primis l’accoglienza: come dico sempre, desidero trattare gli altri allo stesso modo in cui mi piace essere trattata. Io non sono una cliente facilissima. Mi piace tanto l’attenzione, le coccole. Mi piace essere avvolta e voglio che questo accada anche nel nostro ambiente di lavoro, a casa nostra. Il secondo punto di forza è la consulenza. Per me il saper ascoltare è importantissimo. Ogni cliente che entra qui viene accolto non solo con la grande coccola, ma con la consulenza: io e il cliente, sempre e comunque. Ciò che insegno anche nella nostra Accademia è che non si può standardizzare un taglio, né una donna e il suo fascino. Ogni testa ha dei canoni e dei volumi che vanno rispettati. Così è per la testa di ogni donna e ogni uomo. Quando parliamo di fascino, niente è standardizzabile. Ed è quello che rimprovero sempre agli altri colleghi quando vengono da noi per poter imparare qualcosa di più: si aspettano sempre di dover vedere delle sezioni, una rigidità qui dentro, ma questo non succede. Perché ogni forma cranica ti racconta qualcosa: ogni persona ti racconta qualcosa. Ogni donna ti racconta qualcosa. Il nostro successo di oggi, quindi? Interpretare ogni persona individualmente.
Strategie di marketing e comunicazione adottate o in previsione da adottare?
Allora a me è successo qualcosa di pazzesco: non sono molto attiva sui social, non ho un profilo TikTok. Tutto quello che vedete nel mio telefono non esiste, perché se tocco un computer, si blocca! Le ragazze non vogliono neanche che mi avvicini al planning, perché veramente succede sempre di tutto. Probabilmente ho una strana vibrazione elettrica.
Io e l’informatica siamo due cose diverse, eppure ho capito tramite un amico chiropratico – il dottor Tony Caruso – di avere questo potenziale sui social. Prima ho investito denaro e “buttato via” tempo per la mia comunicazione, senza ottenere niente, fino a quando ho incontrato i ragazzi di un’agenzia, a cui sono molto grata. Loro hanno saputo realmente entrare in me e raccontare chi sono, senza artifici, con grandissima trasparenza. Sono stati capaci di far emergere la vera Mayra, avendo chiesto a loro di non inventarsi nulla. L’unica cosa che ho detto è stata: «Siete veramente capaci di mettermi una telecamera davanti e farmi essere quella che sono?».
Quello che mi stupiva era proprio la forza comunicativa di questi mezzi: i clienti che venivano la prima volta mi conoscevano ancora prima di avermi vista dal vivo. Avevano capito in anticipo il mio modo di lavorare e le mie consulenze creative. Fare qualcosa di programmato o comunque di non vero, di non realistico, poi non arriva. Fatto sta che è stato pazzesco. Una magia!
I primi passi nei social?
Abbiamo provato con un primo video. Da parte mia, ero imbarazzatissima, ma poi l’abbiamo lanciato ed è diventato virale! Non sapevo neanche cosa significasse. Alle donne è piaciuto, e io tutt’oggi sono onorata, perché le clienti arrivano da tutta Italia, dall’Europa, dal Venezuela. Io mi butterei per terra quando sento «Arrivo dalla Puglia, dalla Calabria, dalla Sicilia, sono venuta qua per te!». Quale soddisfazione più grande può avere una professionista! A me emoziona davvero. Alle volte torno a casa dal mio compagno e ancora emozionata gli racconto: «Sai cosa è successo oggi? È arrivata una cliente da…». È troppo bello, più di così non potrei volere. Oltre al fatto di avere uno staff meraviglioso, a cui devo molto anche se ogni tanto mi arrabbio… Tante persone dicono: «Non sono social, però ho trovato il tuo video e la tua immagine qualcosa mi ha colpito, nel tuo modo di parlare, di esporti». Una grande soddisfazione.
Tutto questo in quanto tempo circa?
La mia prima attività l’ho aperta 16 anni fa: quando il canale mi è esploso tra le mani eravamo già presenti con una certa forza nel centro di Milano. Anche con la nostra Accademia, cioè colleghi che arrivavano da tutta Italia per fare i nostri corsi di aggiornamento. Oltre a questo, tengo dei corsi privatamente, con massimo sei/otto persone. Anche gli stilisti che collaborano con me da tantissimi anni fanno dei corsi di aggiornamento ad altri stilisti. Avevo questa notorietà tra i professionisti italiani, presso i quali eravamo già ben presenti e solidi. Dopo anni di passaparola, la crescita improvvisa è arrivata dopo aver utilizzato queste nuove strategie di comunicazione. Nel momento in cui abbiamo mandato online il primo video ero in vacanza e i miei ragazzi mi hanno chiamato dicendo: «Mayra, siamo virali!». Due milioni di visualizzazioni in meno di 24 ore! Da lì il telefono, mentre ero in vacanza, è esploso. Ora le liste sono sempre piene, siamo persone che mettono impegno nel lavoro, da mattina a sera. Siamo abituati ai ritmi milanesi. Nasciamo e viviamo in questo modo. Giusto o sbagliato che sia, perché poi anche lì ci sarebbe da discutere sui ritmi che abbiamo qui a Milano.
Quindi c’è stato questo boom, in quanto tempo?
Tempo zero. La fatica è stata cercare di riorganizzare il tutto. Ho cercato di creare un ambiente molto esclusivo, con uno storico di 22 anni di esperienza di lavoro ben fatto: quindi il gioco è stato riuscire a dare spazio a tutti. Mantenendo comunque uno spazio riservato per le nostre clienti storiche.
Dando un’occhiata ai prezzi, come li scegliete?
Io dico che sono prezzi giusti. Il mio primo maestro un giorno ha detto ad alta voce a una cliente che si era lamentata: «Sa qual è la differenza? Lei può continuare ad andare a fare i colpi di sole, che dopo una settimana ti danno un effetto ricrescita, a 80 euro. Però dovrebbe rifarli una volta a settimana, per poter essere in ordine. Ok? Da me magari lo paghi 130 euro ma ti dura sei mesi. Quindi io sono un investimento». A me questa spiegazione è rimasta impressa. È vero a Milano ci sono prezzi più alti, ma a me piace essere equa. A mio avviso sono giusti… Poi dipende, c’è chi li trova alti e c’è chi dice: «Wow! Confrontato a quello che pagavo prima, e al risultato ottenuto, è poco». Quindi mi dichiaro un investimento! Un investimento buono e giusto. Nonostante siamo in centro a Milano, non sono altissimi, soprattutto per la qualità che offriamo. Mi piace sempre ricordare ai ragazzi che noi offriamo un servizio, al pari della migliore Riserva di Amarone, perché ogni cosa ha il suo prezzo giustificato, senza esagerare. Il bello è proprio questo, poter servire donne di varie tipologie: siamo tutte importanti!
Risultati attesi per il prossimo futuro?
Mi è sempre stato insegnato a non avere limiti, e che non avere limiti è un’arte. Ma ora sto vivendo un momento così intenso, pieno di soddisfazioni. Ho una media di due o tre donne al giorno che si commuovono alla fine del servizio. All’inizio mi ha un po’ lasciata perplessa, poi ho capito il perché. È l’essere ascoltate, entrando in sintonia, essere comprese nelle loro attese ed essere soddisfatte. Riuscire a raggiungere un risultato che va oltre le proprie aspettative, un grado di bellezza inatteso. E questo ci dà sicurezza, bellezza, libertà. Sono risultati che emozionano le clienti e anche noi. A livello strategico, poi, stiamo sperimentando con i video, perché gli spettatori dall’altra parte dello schermo ci chiedevano un canale Youtube.
Come vedi il futuro del settore e quale consiglio daresti ai giovani aspiranti parrucchieri?
Che bisogna cominciare a lavorare seriamente. La passione, la dedizione, la costanza secondo me mancano oggi. Il consiglio che posso dare è che qualunque tipo di professione si intraprenda, deve essere presa sul serio. Forse lo dico perché io ho cominciato questa professione molto presto, a 16 anni, e oggi ne ho 38 e non mi sono mai fermata. Tutto l’inverno abbiamo lavorato 6 giorni su 7, talvolta anche 7 su 7. Questo per poter ottenere i risultati che abbiamo. Io e i miei colleghi ci mettiamo impegno, insieme. Ci sono momenti in cui ci rilassiamo, come quando arriva l’estate, in cui lavoriamo 5 giorni su 7. Per fare un esempio, durante l’estate, cerco di chiudere un po’ prima perché anche per noi è fine settimana, ci sono momenti in cui bisogna dare e momenti in cui ci si riposa. Forse abbiamo creato un mondo per i giovani in cui tutto è dovuto, tutto è facile, molto comodo, troppo comodo. Spesso mi capita di fare colloqui di lavoro con giovani che mi dicono di non voler lavorare il sabato, che non amano fare straordinari, che vogliono pause di almeno un’ora. Ma a Milano non funziona così, il nostro settore non funziona così! Noi diamo tanto durante l’intera giornata: iniziamo alle 9 del mattino, spesso senza minuti di pausa. Ma poi, quando io e i miei colleghi non riusciamo più a sentire le forbici e siamo stanchi, allora stacchiamo. Quando arriva il momento di terminare il lavoro – di solito verso le 18, che è un orario “morbido” per il nostro settore – so che siamo stati capaci di essere fenomenali: è questo che vedo nella nostra squadra! Ed è quello che mi è stato insegnato dai miei maestri. Purtroppo mi imbatto spesso in molti giovani che non hanno stimoli, che sono privi di motivazione: per loro, lo sforzo e i sacrifici sono concetti folli… Sarà forse colpa di noi genitori??
Quali sono i trend attuali?
Non voglio sembrare come le altre parrucchiere che dicono «l’ho lanciato io!», ma è il caschetto all’italiana che ora è molto popolare e che si vede su tutte le riviste. Io, con i capelli lunghissimi, ho ricevuto il suggerimento dal mio compagno, che un giorno mi ha detto: «Sai che ti vedrei bene con un caschetto? Perché non provi?». Mi ha incuriosita, e una mattina mi sono svegliata, ho chiamato un collega e me l’ha fatto. Questo è successo prima di Chiara Ferragni, prima di molte modelle, prima che diventasse una tendenza per le altre donne. Quindi mi soddisfa molto, perché quando l’ho fatto, anche le mie clienti sono impazzite e volevano tutte “il taglio alla Mayra”. E poi ovviamente personalizzato per ognuna. L’attuale tendenza è verso donne più fresche, comunque, che si stanno liberando dei pesanti strati di capelli, cercando un aspetto più leggero. Non che i capelli lunghi non siano belli. Li amo, sono fantastici. Li ho avuti per 37 anni, quindi so cosa vuol dire Ma molte donne si nascondono dietro quei capelli e questa ondata di tagli corti è partita proprio da noi qui a Milano.
Aneddoti da raccontare?
Storie bellissime, storie sorprendenti, storie d’amore, storie complicate, storie di disastri. I nostri clienti ci raccontano storie, un sacco di storie. Dal parrucchiere è il luogo migliore dove potersi raccontare… Non mi piace utilizzare sui miei canali social i nomi dei miei clienti famosi o delle influencer che vengono da noi. Chi vorrei pettinare almeno una volta nella vita? Un’icona, Sharon Stone. È il mio sogno. Sì, direi: «Ragazzi, ho pettinato Sharon Stone!».
E tra gli uomini?
Brad Pitt, ovvio!