Il mestiere del parrucchiere ha origini antichissime e sacre, come dimostrano alcuni studi sugli antichi egizi.
Già 2,5 milioni di anni fa, nelle società del Paleolitico inferiore, coloro che tagliavano i capelli avevano la più alta autorità fra tutte le classi sociali. Si pensava infatti che nei capelli fosse custodita l’anima del popolo e che i pensieri fossero espressi in forma fisica attraverso i capelli. Tagliarli era quindi un modo per eliminare il male accumulato e per ripristinare le energie positive. Proprio per questo, la pratica era esercitata dai più saggi, i sacerdoti. Anche tra gli antichi egizi, i “barbieri” erano persone illustri e rispettabili: come spiega il manuale “Milady’s standard barbering”, infatti, il culto della bellezza aveva un ruolo centrale e sacro.
Per quanto riguarda la tinta dei capelli, per esempio, usavano l’henné per donare alla chioma un colore rosso che mischiavano a sangue di bue, in modo da ottenere tonalità differenti. Per realizzare il colore nero, utilizzavano l’indaco, estratto da una pianta. Per coprire i capelli grigi impiegavano sangue di bue bollito in olio, mentre per contrastare la caduta, applicavano una lozione a base di grasso di leone, coccodrillo e serpente. Anche l’olio di ricino e l’olio di rosmarino erano ritenuti dei validi alleati per rinvigorire il cuoio capelluto. Per la detersione della chioma mescolavano invece acqua e limone, e come equivalente dell’attuale balsamo veniva applicato l’olio di mandorle per rendere la chioma morbida e lucente.
L’importanza della beauty routine per gli Egizi
Per questo popolo la cura del corpo era molto importante, perché la detersione e la pratica della bellezza erano collegate alla purezza dello spirito: il corpo era ritenuto un luogo sacro, dove custodire l’anima immortale. I rituali di bellezza erano fondamentali nella vita degli egizi: un aspetto curato avrebbe garantito una vita migliore nell’Aldilà.

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Gli Egizi attribuivano alla cura del corpo un ruolo primario nella propria quotidianità: usavano creme per il viso a base di cera d’api e olio d’oliva e per la detersione del corpo si immergevano in acqua e carbonato di calce cospargendosi di fanghi del Nilo, con lo scopo di rendere la pelle più elastica e tonica. In più, usavano un deodorante a base di resine e farina di avena ed erano presenti anche oli essenziali per profumare il corpo. Non solo cura del corpo e dei capelli, gli Egizi durante il loro rituale di bellezza non rinunciavano al make-up. Per truccarsi gli occhi usavano il kohl, oggi conosciuto come kajal, invece per il viso usavano la biacca, una sorta di cipria e per colorare le labbra usavano un mix di pigmenti e oli vegetali.
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