L’arte dell’autenticità nel mondo della bellezza, secondo Diego Della Rina

di Irene Cocco
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Un artista e hair stylist ci racconta il suo percorso iniziato da apprendista in una piccola città toscana e culminato nell’apertura di un salone di successo.


Lui è Diego Della Rina, parrucchiere a Città di Castello in un salone, il DG Line, che è un connubio tra arte e bellezza. Diego ha passato tanti anni sui palchi con il marchio L’Oreal, ha un salone che porta avanti offrendo professionalità e dedizione, ed è un animo artistico. Infatti suona, canta, dipinge ed è un performer.

Come hai iniziato la tua carriera nel mondo della bellezza e come sei diventato un parrucchiere di successo?

Ho iniziato nel 1998, poco dopo la fine della scuola, in una piccola città toscana chiamata Sansepolcro. Mi sono trovato catapultato in questo mondo grazie a un rappresentante che cercava personale. Mi disse che avrei dovuto dire di saper fare tutto e, in effetti, ho dovuto reinventarmi su molte cose. Ricordo il giorno in cui mi misero davanti la mia prima permanente, che all’epoca era molto in voga, in qualche modo riuscii a mettere in pratica gli insegnamenti scolastici e il risultato fu buono. Quindi è iniziata la mia avventura e, da lì, la mia carriera ha avuto una vera e propria escalation. Ho iniziato direttamente dal femminile. Dopo la mia esperienza a Sansepolcro sono andato a Perugia ,dove ho lavorato per un parrucchiere famoso di Roma trasferitosi a Perugia con la moglie. Fu allora che decisi di fare l’Accademia a Firenze e fu un’esperienza bellissima. Volevo specializzarmi e prendere questo lavoro davvero sul serio, non lasciare niente al caso. Finita l’Accademia, grazie a Giancarlo Pigolotti e Fabio Gentilini, iniziai ad andare in giro con il marchio L’Oreal per tutta Italia. La prima uscita che ho fatto è stata al quartiere Parioli di Roma, era una convention per addetti al mestiere, ricordo ancora l’emozione di salire su un palco e mostrare un taglio o un’acconciatura davanti a tutti.

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E poi?

Dopo questo periodo mi sono messo in proprio a Città di Castello. Sono ripartito da zero e nel corso degli anni mi sono creato un mio marchio. Le persone vengono da me perché interessate a un’esperienza a tutto tondo, perché le seguo dal lavaggio alla piega. È un percorso sensoriale, non solo una semplice visita dal parrucchiere.  È infatti fondamentale infondere passione in ogni aspetto del nostro lavoro, affiancando sempre la sicurezza all’umiltà. Che si tratti di spazzare il pavimento o di creare un taglio nuovo, ogni gesto a mio parere dovrebbe essere eseguito con lo stesso impegno e dedizione. Un esempio? Lavare i capelli a una cliente non è solo un gesto tecnico, ma un’opportunità per rilassarla e creare un legame con questa persona. Puoi capire molto su quale tipo di taglio o piega la farebbe sentire più a suo agio scambiandoci due chiacchiere.

E quali sono state le principali sfide nel gestire un salone di bellezza?

Le sfide sono state molte. Fino a quando non ho capito realmente la mia strada, ossia puntare solo sulla qualità e non la quantità. Da qui la decisione di lavorare da solo. Per me, il cuore del lavoro è la passione. La passione è tutto, e non ho ancora trovato persone che la condividano con la stessa intensità. Inoltre, amo l’arte e la creatività.  Il mio salone è uno specchio di questo mio amore per il modo in cui è arredato, e vedo il mio lavoro come una forma d’espressione artistica. Di certo le sfide non mancano nella gestione della burocrazia, ma anche per quanto riguarda il lavoro stesso, basti pensare all’effetto devastante del sole quest’anno, che ha richiesto un approccio diverso ai colori e alle sfumature.

Parlando di tendenze: quali proporrai per l’autunno e l’inverno?

Avrai notato che molte tendenze seguono i VIP, ma personalmente mi concentro sul singolo individuo, sulla forma del suo viso, sul taglio degli occhi, sulla conformazione delle guance. Voglio offrire ciò che sta bene alla persona, non necessariamente ciò che è “alla moda”. Prediligo comunque colori naturali, senza ammoniaca, e lavorazioni come l’effetto Arpège (che significa “baciata dal sole”, di Marco Todaro) che rende davvero unici.

Come riesci a bilanciare la qualità del servizio e la gestione efficiente del salone?

Dopo il Covid, tutto è cambiato. Adesso uso appuntamenti online e social media. Ma il mio focus principale rimane la qualità, non la quantità. Mi dedico al 100% a ogni cliente. In questo modo riesco a mantenere un buon equilibrio.

Come gestisci le eventuali critiche o recensioni negative?

Ho ricevuto in passato alcune critiche sui prezzi, ma io non comprometto la qualità comprando strumenti o prodotti più a basso costo. Mi piacerebbe che le persone comprendessero il valore di un lavoro ben fatto e di alta qualità.

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Quali sono i tuoi progetti futuri?

Vorrei far conoscere il mio salone a una varietà di persone e ricevere feedback sinceri. Mi piacerebbe anche insegnare e trasmettere ciò che so ai giovani.

Infine, quali consigli daresti a chi sta iniziando in questo campo?

Consiglierei di rimanere autentici, di mettere passione in ogni aspetto del lavoro e di continuare a formarsi. Anche un viaggio può essere un’occasione di crescita. Io ne ho fatto uno in India che ha cambiato la mia visione di alcuni aspetti della mia vita, anche di quelli lavorativi. Ho riscoperto il valore dell’autenticità, la bellezza di essere se stessi anche all’esterno di noi, ossia nel modo in cui appariamo. Consiglio a tutti i giovani che vogliono intraprendere la carriera di parrucchiere di non indossare maschere per piacere a tutti.

 

Irene Cocco

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