Carlo Terrenzio parrucchieri: il balayage che rispetta i capelli

di Angelina Tortora
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Carlo Terrenzio parrucchieri è un salone di Pescara specializzato nel balayage. Suo figlio Marco ha fatto della passione di famiglia il suo lavoro, e ha studiato una tecnica del balayage che esalta la salute e il benessere dei capelli.

 

Il mondo della bellezza è in continua evoluzione, e Marco Terrenzio, con il brand e salone abruzzese “Carlo Terrenzio Parrucchieri”, è sempre attento ai trend emergenti. Con un’eredità familiare alle spalle e un forte legame con il passato, Marco ha saputo innovare e specializzarsi, spingendo il suo salone verso una modernizzazione che guarda al futuro. A parlarcene è proprio lui in questa intervista.

Cosa l’ha spinta a creare il suo brand?

Consideri che ho 47 anni e sono figlio d’arte, quindi ormai da quasi mezzo secolo sono nell’ambiente del parrucchiere. Mio padre Carlo mi precede come fama in quanto è stato campione del mondo di acconciatura maschile, ha pettinato Miss Italia, è stato direttore tecnico artistico dell’Accademia Nazionale Acconciatori Moda, una delle associazioni più importanti di categoria, dagli anni 70 agli anni 80. Questo mi ha portato sempre alla ricerca di miglioramento. Con una figura a fianco molto forte e rispettata sotto il profilo lavorativo del parrucchiere, mi ha spinto a specializzarmi in una tecnica che poi è ed è stato sempre il nostro core business, cioè il mondo della schiaritura, ovvero del balayage

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Come considera i social e come sono importanti per la sua attività?

Da una decina d’anni a questa parte, con l’avvento di Facebook, Instagram, TikTok, ho premuto l’acceleratore nel far conoscere a tutta la nostra clientela che il nostro punto forte è proprio la schiaritura dei capelli. Di questa tecnica abbiamo praticamente fatto un mantra, cercando di personalizzarlo talmente tanto da renderlo un servizio altamente richiesto. Abbiamo puntato sull’aspetto della sicurezza, della salute e del benessere dei capelli. Sono infatti tante le clienti che ci vengono a chiedere di voler fare cambi look esasperati, perché si avvicinano a delle cosiddette “icone televisive”, o di TikTok. Noi cerchiamo, con una grande informazione e una buona educazione lavorativa, di evitare questi cambi look drastici. Quindi il nostro servizio più importante lo facciamo sicuramente con i “no”, perché nel nostro settore riuscire a fare tutto è diventato qualcosa che ci compromette tantissimo, sia dal punto di vista lavorativo che d’immagine. 

Quali progetti avete in corso?

Quest’anno siamo stati i primi in Italia a introdurre una nuova macchina del colore di un’azienda americana: con questo dispositivo abbiamo digitalizzato il processo di preparazione del colore, il che significa che io posso anche da remoto preparare un colore all’interno del negozio, rassicurando il cliente sul colore utilizzato e sul processo di preparazione che non avviene in modo casuale o artigianale, ma in maniera digitale e precisa al grammo. Questo permette a ogni nostro operatore di eseguire la preparazione in modo perfetto, garantendo al cliente e a me, che gestisco il gruppo di lavoro, massima precisione. Un’altra delle nostre ultime innovazioni è la possibilità per i clienti di prenotare i servizi tramite app, 24 ore su 24, anche quando siamo chiusi. Questo alleggerisce il carico delle telefonate e permette ai clienti di organizzarsi in autonomia, ricevendo anche notifiche sull’orario dell’appuntamento, evitando così confusione e dimenticanze. Insomma, ci stiamo sempre più digitalizzando e cercando di fornire informazioni rapidamente e in modo trasparente sui nostri servizi, prezzi e tempi di realizzazione. Abbiamo un negozio totalmente trasparente e cerchiamo di mostrare ai clienti tutto ciò che facciamo, senza alcun segreto. Questi sono alcuni dei progetti che abbiamo avviato dall’inizio dell’anno, e che stiamo continuamente migliorando attraverso la nostra applicazione.

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Ha progetti per il futuro?

Sto lanciando un progetto che, tra le altre cose, ancora non esiste in Italia. Non abbiamo ancora trovato un nome definitivo, ma si tratterà di una struttura che permetterà a tutti gli operatori e parrucchieri qualificati, con partita IVA, di noleggiare uno spazio per gestire i loro clienti, sia occasionali che quelli che normalmente potrebbero servire a casa propria. Questo progetto mira a offrire alle persone che escono dalle scuole, e non hanno la possibilità di aprire subito una propria attività, l’opportunità di noleggiare una postazione di lavoro a tutti gli effetti. È diverso dal semplice “affitto di poltrona”, in quanto prevede la realizzazione di una progettazione totalmente nuova e dedicata, con una struttura digitale già predisposta. Sto collaborando con il mio comune di appartenenza per sbloccare gli aspetti burocratici necessari alla realizzazione del progetto, su cui sto lavorando da circa un anno. È stato necessario mantenere il riserbo iniziale per evitare che l’idea venisse “rubata”, ma ora posso dire che c’è tanto lavoro dietro e che chiunque volesse replicarlo dovrebbe confrontarsi con molti aspetti che rappresentano il vero cuore pulsante del progetto. A mio avviso l’idea rappresenta una grande innovazione, anche perché la manodopera nel settore dell’acconciatura sta diminuendo. Le scuole formano sempre meno parrucchieri, e quelli che escono dalla formazione hanno spesso un’età compresa tra i 21 e i 24 anni, quindi quando sono pronti a lavorare all’interno di un’attività sono già abbastanza maturi e la passione per il lavoro può essersi affievolita.

Quanto è importante per lei la formazione?

Fondamentale, infatti attraverso questo progetto intendo dare la possibilità a tutte quelle persone che hanno difficoltà a trovare personale e a sviluppare nuove attività, di essere totalmente autonomi e di poter lavorare solo ed esclusivamente quando hanno clienti da servire, eliminando i costi fissi di un’attività tradizionale come affitto, luce, contratti, acquisti di prodotti. In Italia, infatti, secondo me non viene data la possibilità di preparare adeguatamente le persone per inserirle in questo mondo lavorativo artigianale, che richiede sacrificio e una formazione specifica. La formazione nasce soprattutto dalla necessità di comunicare due o tre elementi importanti a livello di marketing. La collaborazione con le aziende non nasce solo ed esclusivamente oggi per quanto riguarda il mio salone, ma anche con il mondo del colore, con la macchina del colore. Per il resto, abbiamo anche i nostri prodotti a brand personalizzato.

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Un evento positivo che ha segnato la sua carriera?

Sicuramente è stato quando ho collaborato per diversi anni con un’azienda americana, la Joico. Ho lavorato per anni in Olanda con personaggi stranieri (inglesi, americani, norvegesi, un po’ di tutte le parti del mondo), che erano direttori stilistici di aziende come Vidal Sassoon, Trevor Sorby, Tony Guy. Persone che hanno fatto un grande percorso a livello stilistico. Ho avuto la possibilità di collaborare con loro e capire effettivamente bene cosa significasse lavorare, cosa significasse tagliare i capelli piuttosto che colorarli a livello tecnico e stilistico. Per quanto riguarda la parte imprenditoriale, c’è stata una scelta più grande, quella di avvicinarmi al mondo del marketing. Quindi, ho smesso un po’ di andare in giro a cercare il taglio migliore, la tecnica migliore da realizzare, e mi sono buttato sulla comunicazione. Lì ho avuto la svolta commerciale.

Angelina Tortora

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