Se la figura del barbiere era già nota nell’antico Egitto, quella del parrucchiere nascerà molti secoli dopo, come spieghiamo in questo articolo.
Fino alla metà del Seicento era il barbiere che si occupava di effettuare il taglio dei capelli e della barba. Le cose iniziarono a cambiare quando cominciò a diffondersi l’uso delle parrucche grazie a Luigi XIII, ma fu solo solo più avanti che il suo erede, il re Sole, concesse la licenza ai nuovi acconciatori chiamati parrucchieri, proprio perché progettavano e costruivano parrucche. Il successo fu tale che a poco a poco la moda di indossare parrucche divenne protagonista nel resto d’Europa, fino alla Rivoluzione francese.
Acconciatore e progettista di parrucche
Il termine “parrucchiere” nacque in Francia grazie alla diffusione delle parrucche. Infatti nel Seicento, il Paese considerato simbolo di raffinatezza ed eleganza, fu il primo a introdurre l’uso delle parrucche. Fu proprio Luigi XIII che per motivi di necessità, cominciò a indossarle quando venne colpito da una calvizie precoce provocata da una malattia. In seguito, il suo successore, Luigi XIV, lo fece diventare un accessorio di moda. Nel 1655 fu il Re Sole a concedere la licenza di aprire a quarantotto parrucchieri parigini che da popolari “parruccai” divennero eleganti coiffeur.
Successivamente i barbieri diventarono disegnatori e produttori di parrucche, occupandosi anche della manutenzione delle stesse. Per questa ragione venne coniato il termine “parrucchiere”, che significa appunto inventore o modellatore di parrucche. Le parrucche rappresentarono una vera svolta nel settore della barberia e dell’acconciatura, grazie all’insediamento delle prime aziende di parrucche che fornivano lavoro a molte persone.
Parrucca e parrucchieri: quando il mestiere diventa esclusivo
Nell’era del re Sole, caratterizzata dallo sfoggio di lussi e sfarzi, le parrucche erano considerati oggetti pregiati e ben presto diventarono imponenti, molto elaborate, abbellite da gioielli e ornamenti. Ma non fungevano solo da ornamento. Durante il Settecento, l’igiene personale non avveniva molto frequentemente perché i medici ritenevano che l’acqua aprisse i pori della pelle, attraverso i quali potevano entrare gravi malattie. Per questa ragione, le parrucche erano usate anche per nascondere i vari problemi che i capelli presentavano, assieme alla loro tintura con pomate che ne coprissero il vero colore e l’untuosità.

Photo: Pexels / Cottonbro studio
L’accessorio rimase in voga durante il Settecento illuminista, fino allo scoppio della Rivoluzione francese che pose fine alla moda della parrucca a causa degli sconvolgimenti politici, sociali e culturali introdotti dal movimento. Infatti la parrucca era simbolo di potere e di ricchezza e dunque era in contrapposizione con le nuove idee rivoluzionarie francesi.
Più tardi, nell’Ottocento il mestiere del parrucchiere subì nuovamente dei cambiamenti. Tali cambiamenti legati alle motivazioni storiche del periodo illuminista e a maggiori conoscenze nell’ambito dell’igiene personale. Se prima trascurati e coperti dalle parrucche, i capelli divennero all’inizio dell’Ottocento i protagonisti della cura personale. E proprio questa novità porterà i parrucchieri a esercitare la professione in maniera esclusiva, occupandosi solo di eseguire tagli e di curare la bellezza dei capelli senza praticare salassi o estrazioni dentali, consentiti fino al XIX secolo.
Photo cover: Pexels / Godwin Torres